INTERIOR DESIGNER

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Interni d'autore tra invenzione e tradizione.

 

L'attività professionale di architetto d'interni comporta una continua ricerca di soluzioni progettuali, in particolar modo riferite agli elementi simbolici dell'architettura, affidandosi contemporaneamente alla ragione e all'istinto e cercando di controllare il desiderio di rompere le rigidezze stilistiche per far ricorso all'uso troppo istintivo delle forme.

Ragione non vuole essere necessariamente sinonimo di Razionalismo, vale a dire automatico richiamo al Movimento Moderno, piuttosto vuole riferirsi a certe costanti dell'architettura che ne costituiscono la ragione nascosta.

La ricerca (razionale) deve essere finalizzata a ritrovare gli archètipi, intesi come tipi elementari tramandati e sempre presenti nell'immaginario dell'architettura, quali il timpano, il ballatoio, il porticato, la finestra, l'architrave, la colonna, ecc.

Gli archètipi, per essere compresi nella loro sostanza, devono essere spogliati dei loro significati contingenti ed in parte delle decorazioni, spesso abbinate al colore, che li hanno sempre accompagnati nel tempo.

L'uso dei volumi semplici e astratti nell'architettura di Aldo Rossi, per esempio, ricorda l'opera degli architetti illuministi, i quali erano alla ricerca dell'essenzialità dell'architettura dopo che lo Stile Internazionale ed il Movimento Organico avevano arricchito a tal punto le forme da renderle poco riconoscibili.

Deve esistere una struttura logica dell'architettura, che non sia soltanto l'insieme delle parti strutturali (muri, pilastri, travi, volte) ma anche sperimentazione e nuova riproposizione di tipi che non sono reinventabili.

Da ciò nasce la necessità di puntare all'estrema semplificazione dei dettagli ed al valore dei materiali, per ottenere gli ingredienti caratterizzanti della scelta progettuale, dando al progettista un ruolo misto tra invenzione e tradizione.

Nell'architettura degli ultimi anni vi è stata una rivoluzione riguardante alcune soluzioni architettoniche del passato, mentre altre sono rimaste ben radicate.

Molto diffusa, per esempio, è divenuta la tendenza all'eliminazione dell'atrio d'ingresso o del corridoio in quanto rappresentano uno spreco di spazio; al contrario, nel caso in cui atrii e corridoi siano ampi ed attrezzati con sedute, tavolini e mobili, possono risultare molto funzionali.

Le scale, che in genere si presentano in forme diverse, formando ambienti a sé o inserite in altri ambienti, continuano a dare ampio spazio all'architetto di caratterizzare, mediante tutti gli elementi che la compongono (gradini, ringhiera, ecc.), lo spazio costruito.

I portici e le logge sono i tipi che hanno trovato nel tempo una più lunga e riconoscibile storia: le case romane presentavano portici, che circondavano i peristilii, con la funzione sia di disimpegno degli ambienti sia di protezione dai raggi solari.

La veranda, comparsa nell'architettura italiana tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, si è gradualmente trasformata in bow-window (veranda aggettante di dimensioni più o meno ridotte) di inequivocabile origine anglosassone.

Patii e cortili, di origine greco-romana, sono spazi interni scoperti che hanno costituito il valore aggiunto alla funzionalità dell'abitazione; mentre pergole e pergolati si sono trasformati in vere e proprie stanze verdi.

Stesso discorso vale per l'arredamento: ad esempio lo sdoppiamento tra il legno della struttura e quello del rivestimento mediante impiallacciatura ha determinato, rispetto al mobile di legno massello, il minore costo e la maggiore durevolezza del mobile.

Fra i diversi linguaggi, i temi ricorrenti quali flessibilità, scomponibilità, basso prezzo, sperimentazione dei materiali, semplificazione del processo produttivo, comunemente riferiti alla produzione industriale, sono stati fortunatamente trasferiti anche alla produzione artigianale.

Ogni ambiente architettonico è costituito da più elementi costruttivi o particolari, tra loro connessi; la differenza sostanziale tra l'ambiente architettonico e l'elemento costruttivo è che il primo è sempre vissuto, mentre il secondo ha solo un valore strumentale, cioè facente parte dell'ambiente stesso. La ringhiera di un balcone, l'anta di una finestra, una capriata, un comignolo sono altrettanti particolari costruttivi che possono concorrere alla realizzazione degli ambienti o degli edifici.

L'idoneità di una finestra, inoltre, non potrà essere valutata se non si mette in relazione alla tipologia dell'ambiente o alla facciata in cui viene inserita.

Tutto ciò che abbellisce ambienti o edifici viene comunemente chiamato ornamento, attribuendogli valore di abbellimento superfluo, mentre è chiamata decorazione ciò che è abbellimento necessario, dando comunque in entrambi i casi l'idea di qualcosa che viene aggiunto. Spesso il limite tra ornamento e decorazione è difficilmente percettibile.

Potremmo anche chiamarli analogie, riferimenti storici, ricordi, o addirittura plagi e citazioni.

Di fatto, a volte, possono contribuire ad aumentare il fascino dell'edificio, evocando atmosfere di un'architettura passata; altre volte, invece, possono accentuare lo scontro tra vecchio e nuovo, evidenziando che una stessa idea con l'utilizzo delle tecnologie moderne può produrre un progetto totalmente diverso.

E. Hemingway in un'intervista affermò: La giusta maniera di fare lo stile non è un concetto vano. E' semplicemente il modo di fare ciò che deve essere fatto. Che poi il modo giusto, a cosa compiuta, risulti anche bello è un fatto accidentale.

Dalla ricerca morfologica senza condizionamenti, sia dei mutamenti del gusto sia del dibattito sempre aperto delle arti visive dell'architettura e del design, scaturisce l'autonomia stilistica.

Tale lavoro di ricerca, a volte, si concentra su forme d'ispirazione organica, fino all'antropomorfismo, altre si ispira a nuove forme morfologiche; altre ancora si sviluppa attraverso procedimenti di vero e proprio bricolage che può diventare un'efficace tecnica progettuale.

A tutto ciò è, inevitabilmente, connesso il gusto della materia con l'utilizzo di alcuni particolari materiali come i legni naturali, l'ottone, il vetro, ecc.

Dalla citazione di un noto proverbio popolare: Non è bello quel che è bello, ma è bello quel che piace scaturisce un giudizio soggettivo di bellezza, da cui può scaturire un giudizio un pò meno soggettivo di funzionalità: Non è funzionale quel che è funzionale, ma è funzionale quel che è comodo.

Bellezza e funzionalità possono, quindi, divenire definizioni astratte se non ci si riferisce a dei modelli prestabiliti.

In architettura il bello è inteso come arricchimento dei particolari costruttivi con l'utilizzo di materiali preziosi (legni e marmi pregiati) e lavorazioni accurate (cornici, zoccolature, cornicioni, capitelli, portali) nel rispetto della tradizione architettonica, spesso con evidenti influenze dell'Art Déco, utilizzata per le residenze dei nobili e dei ricchi.

La funzionalità è, invece, intesa come rispondenza a delle specifiche o esclusive esigenze (funzionali).

La celebre affermazione dell'architetto austriaco Otto Wagner (1895): Ciò che non è pratico non può essere bello, chiarisce definitivamente quale deve essere, in architettura, il rapporto tra bellezza e funzionalità.

                                                                                                     arch. Carlo GUIDA

 

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Proposta arredo
Proposta arredo
Rendering
Rendering

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Progettazione d'interni:

Progetto d'interni (Perdifumo, 2013)
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Bar Siano (Paestum, 2008)
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interni cucina
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controsoffitto con rivestimento di cotto
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Progetto d'interni (Prignano, 2009)
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parete curva vetrocemento
parete curva vetrocemento
parete curva vetrocemento
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Progetto d'interni (Agropoli,2006)
Progetto d'interni (Agropoli,2006)
radica di pioppo e inserti di marmo nero
radica di pioppo e inserti di marmo nero
Progetto d'interni (Agropoli, 2009)
Progetto d'interni (Agropoli, 2009)
radica di pioppo e marmo bianco
radica di pioppo e marmo bianco
Progetto d'interni (Agropoli, 2007)
Progetto d'interni (Agropoli, 2007)
Progetto d'interni (Capaccio Scalo, 2006)
Progetto d'interni (Capaccio Scalo, 2006)
controsoffitto d'autore
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scala di legno
scala di legno
scala interna
scala interna
ringhiera-arredo
ringhiera-arredo
volumi d'arredo
volumi d'arredo
Girotondo intorno al ..... "pilastro"
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parete camino
parete camino
camino aperto
camino aperto
metamorfosi "da seminterrato a tavernetta"
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